La brossura: origini e cenni storici.
La parola brossura deriva proprio dal francese brochure. I primi significativi miglioramenti nei processi di stampa risalgono ai primi anni del Novecento grazie all’introduzione di macchine da stampa a vapore. La Germania e il Regno Unito si distinsero da subito per la diffusione di libri tascabili. Questo esperimento però fu interrotto dal secondo conflitto mondiale.
Il dopoguerra ha generato una rivoluzione in tutti i settori produttivi grazie alle nuove tecnologie, soprattutto in ambito tipografico. I tascabili in questo periodo erano più economici e facilmente reperibili. La stampa delle mappe geografiche per i militari divennero a quattro colori, i soldati stessi ricevettero moltissimi libri tascabili della Armed Services Editions.
Attraverso la diffusione di questi nuovi strumenti di divulgazione, il sapere riuscì a raggiungere le masse, le quali tra le altre cose, iniziarono a frequentare l’università e i libri rappresentarono l’accesso aperto alla conoscenza. Questa opportunità rappresentò una minaccia per i ricchi, poiché la conoscenza ormai era a portata di tutti.
Per quanto riguarda la legatura in brossura, questa si distingue in quattro principali tipologie, che si sono sviluppati nel corso degli anni. Oltre alla brossura fresata ci sono:
- brossura a filo refe: in cui le segnature, o pagine, sono cucite a blocchi per mezzo di un filo di cotone, lino, canapa o sintetico, e successivamente vengono incollate sul dorso;
- brossura a punto metallico: in questo caso, un unico blocco di fogli viene unito alla copertina con uno o due punti metalli, detti anche graffette, lungo la piega; questo metodo di rilegatura, a oggi, è raramente utilizzato e le graffette sono posizionate nel margine dei fogli.; si utilizzano in particolare nella realizzazione di opuscoli e cataloghi composti da poche pagine;
- brossura a spirale e ad anelli, in metallo o in plastica, impiegati per le schede e brochure.